“Sto imparando a fare l’agricoltore, il mio lavoro era un altro. Ogni anno ho l’ansia di capire quale vino otterrò dalle uve che raccogliamo e portiamo in cantina al tempo della vendemmia. E’ come se ogni anno mi nascesse un nuovo figlio. Questo mi appassiona veramente parecchio. Martiniano è il figlio più piccolo. Curpanè dedicato a mio padre che era un amante dei malati di Cupranì (agricoltura e arte). Franco, dedicato al figlio più grande; Catalina a mia figlia. Il Nocera l’ho chiamato Sicè, che è un’esclamazione: cioè il Nocera c’è. E’ il vitigno più rappresentativo per l’azienda e di tutta la provincia messinese. Ebbene, io ho un’idea fissa in testa: far conoscere il Nocera al mondo”.
Introduzione a Tenuta Gatti ed ai suoi vini, con una bella intervista qui su Wining