Su La Repubblica, Antonio Paolini prova a confrontare 10 vini, 5 naturali e 5 convenzionali, divisi per regione. In Sicilia, Etnella contro Cusumano.
Igt Terre Siciliane Kaos 2014 Etnella – La Presa (15 euro) vs Etna Rosso Alta Mora 2014 Cusumano (15 euro)
Due mondi produttivi agli antipodi.
Da un lato la macchina oliata e rodata di Cusumano, brand al quarto posto assoluto per indice di redditività tra le imprese vitivinicole italiane, con produzione vasta e articolata che copre gran parte delle tipologie isolane e che sull’Etna (come molti altri big) è approdato a rifinire con un trofeo ormai quasi irrinunciabile (mai come ora il vulcano e i suoi vini sono stati attrattivi) la gamma.
Dall’altra una piccola realtà indigena (5000 bottiglie in tutto, poche anche rispetto ai 4 ettari vitati, ed etichette puntigliosamente articolate per contrada, che è il modo di dire “cru” sull’Etna), subito iscrittasi all’albo dei “puri”, e in quello di VinNatur. Kaos, Mascalese con tocco di Cappuccio (il blend di sempre lassù) da vecchie vigne, ovviamente da fermentazione spontanea, lunga macerazione a temperatura ambiente e affinamento in legni “esauriti” (quinto passaggio) da 500 litri, è seta grezza, tensione e memoria decisa di uve e suoli nativi. Un vino verticale, teso, ma fine e non aguzzo, appena ostico e però in prospettiva, e a breve, ancor più accogliente grazie anche all’ottima (là, molto meno nel resto d’Italia) annata 2014.
La Mora cusumanese, presentata sul sito con uno spettacolare video aperto da un’eruzione e dedicato a “una terra ostinata, apra e fiera, imprevedibile e minerale”, è la versione insieme raffinata e “pop” del territorio e del vitigno re, il Mascalese, qui in purezza, ma mix di diverse vigne e contrade; un Etna “spiegato” a tutti, con succo e struttura, asperità di certo meno erte, ma freschezza di beva serbata nel finale con meditata affidabilità. Il cuore dice, tra i due, Kaos. Ma il palato del fruitore semplicemente curioso, più “accarezzato”, immediatamente gratificato e meno “spettinato” dal Mora, potrebbe certo ribaltare la bilancia. Un confronto esemplare e divertente: da giocare, per goderlo meglio, nell’ordine proposto.
Sorgente: La sfida: vini naturali contro vini convenzionali – Repubblica.it