Bella serata organizzata da La Valigia di Bacco per presentare i produttori delle 3 valli di Sicilia da loro rappresentati. E’ stata un’opportunità speciale per i Catanesi per vedere i volti del vino, per conoscere di persona molti vignaioli naturali di Sicilia.
Ecco alcune delle nostre impressioni enoiche della serata:
Fidelie, Cantina Marilina: i vini ancestrali di Angelo Paternò e delle sue ragazze ci avevano incuriosito sin dalla loro presentazione, e nel calice non sono stati da meno. Rosato da nero d’Avola, Bianco da Viognier, quest’ultimo è quello che più ci ha colpito: giallo chiaro pallido, al naso sono evidenti i fiori di campo e i frutti gialli, molto piacevole al palato, con un pétillant piacevole e morbido. Federica Paternò ci ha sottolineato come questi vini non siano rifermentati in bottiglia, ma in bottiglia completino la fermentazione “sur lie”, sui lieviti, attraverso 6 mesi di affinamento. Scommessa riuscita: “il domani è il nostro ieri”
Zibibbo, Nino Barraco: c’è poco da dire sulla qualità dei vini di Nino, ed è stato un piacere incontrarlo a Catania. Il suo zibibbo ha un bouquet straordinario al naso, scorze di agrumi e zagare, una persistenza olfattiva che è una vera gioia per i sensi, meravigioso. E’ la stessa persistenza, con mineralità e sapidità, che si presenta anche in bocca. “Artigiano del vino”
Dos Tierras, Badalucco: interessante parlare con Pierpaolo Badalucco, e sentir parlare con ammirazione e stima di sua moglie Beatriz de la Iglesia Garcia, determinata a portare un po’ della sua Spagna in terra di Sicilia, importantone e impiantandone vitigni. Oltre al Verdejo, per il lor ben noto Grillo Verde, anche il Tempranillo, usato in questo blend al 50% col Nero d’Avola. Altro vino non filtrato, rossu rubino all’analisi visiva, con profumi di frutti rossi maturi e bella presenza di tannini, equilibrata. “Coraje y determinacion”
Nonna Aurelia, Carricante, Azienda agricola Siciliano: uno dei sorsi più sorprendenti, per un vino a cui ci siamo avvicinati con curiosità (per la collaborazione con l’enologo Alessandro Viola) e un po’ di sospetto (per i prezzi di partenza dei vini, piuttosto alti). Alessandro Viola ha voluto raccogliere la sfida di provare a mettere il suo tocco molto personale anche sull’Etna e qui ci riesce. Carricante in purezza, con fermentazione spontanea in acciaio e due giorni di macerazione, al naso ha una salinità mescolata ai sentori tipici del Carricante, zagare e frutta bianca, ma è in bocca che si presenta con una bella spinta acida e note davvero caratteristiche. Da riprovare. “Viola sull’Etna”
Egesta, Aldo Viola: il fratello di Alessandro invece ci ha colpito con uno dei suoi cavalli di battaglia, il Grillo in purezza Egesta; imbottigliato senza torchiatura, filtrazione e stabilizzazione, senza solfiti, il risultato di 180 giorni di macerazione sui lieviti è un vino con una varietà aromatica davvero interessante, con una complessità non presente nella maggioranza dei Grillo siciliani, una pienezza in bocca sorprendente. “Il Picasso dei vini di Sicilia”.
Don Pippinu, Vini Scirto: l’ultimo vino di cui vogliamo raccontare viene da Feudo di Mezzo, a Passopisciaro. Il Carricante Don Pippinu, con cui abbiamo iniziato la serata, e non potevamo chiedere di meglio come partenza. Giuseppe e Valeria ci mettono passione, e questo si percepisce in questo bianco dell’Etna, fresco e delicato, ma con profumi caratteristici e coinvolgenti. “Passione e tradizione”.
Molto altro ci sarebbe da raccontare sulla bella serata trascorsa al Gatto Blu, e ci spiace aver lasciato fuori assaggi altrettanto stimolanti…ma non finisce qui.
L’ha ribloggato su la valigia di bacco.
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